PIETA’ E SANTI, ROMANINO

VIAGGIO NEL MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA

La splendida Pietà del Romanino, da collocare nella piena maturità dell’artista, proviene dalla seconda cappella a destra della Chiesa di San Giuseppe. Tale cappella, intitolata a Santa Maria della Passione, fu decorata per volontà del nobile Giovan Pietro Cazzago. Colpisce in maniera dirompente lo sfarzo cromatico e la finitura precisa delle vesti delle figure femminili ai lati. Maria Maddalena in basso a sinistra indossa una camicia ricamata, come se fosse una damigella. Sopra un abito verde e decori dorati. Santa Caterina d’Alessandria, in basso a destra, ha il manto drappeggiato, caratterizzato da riflessi e giochi di luce affatto rari nel corpus del Romanino. L’abito della Vergine appare il più sacrificato nella resa stilistica, tale mancanza di sfarzo è dovuta ad una serie di restauri che hanno fortemente compromesso la conservazione dell’opera, tanto da pensare addirittura ad un intervento a più mani nella stesura iniziale. Le vigorose figure maschili recano i consueti attributi iconografici, solo San Paolo (con la spada e gli abiti da guerriero) è l’unico che distoglie lo sguardo dalla scena di compianto. San Giuseppe tiene un rosario in mano. La figura di Cristo è al contempo rigida e livida, la delicatezza con cui il capo si china di lato sembra creare un dialogo colmo di pathos e dolore con la Santa adiacente. Il linguaggio del Romanino è trasposto in quest’opera in maniera emblematica: impetuoso e anticlassico, con una pennellata veloce ma precisa. Le tonalità brune dello sfondo caratterizzano il tramonto tempolaresco, mentre sulla sinistra si erge il Calvario.