PALAZZO CITTANOVA
CREMONA
Il palazzo Cittanova riecheggia nel nome quella parte nuova della città, al di là del Cremonella, abitata nel periodo comunale dalle classi sociali emergenti e contrapposte alla nobiltà che invece era insediata oltre la porta Pertusia presso la strada Magna (ora Corso Campi). È dunque probabile ritenere che in un periodo di aspre lotte civili si rendesse necessaria per questi abitanti l’edificazione di un palazzo per le assemblee, analogo a quello già esistente nella città vecchia. Tutto ciò è dimostrato da una lapide (oggi scalpellata, ma resa leggibile grazie ad un calco in negativo) posta sulla fronte, in corrispondenza del quarto pilastro del portico, la cui iscrizione attesta che il palazzo fu edificato nel 1256 grazie all’intervento di Uberto Pallavicino, signore di Cremona, vicario di Federico II, capo dei ghibellini. Il palazzo quindi era stato voluto dalla signoria ghibellina.
La destinazione iniziale dell’edificio cambiò nel 1411 quando fu concesso all’Università e Paratico dell’arte del pignolato, del bombace e del panno del lino, che ne mantenne la gestione fino al 1765 ca. periodo in cui venne adattato a caserma. Successivamente vi si stabilì nella parte inferiore fino al 1860 il corpo della “Gran Guardia” cittadina, mentre dal 1805 al 1913 la parte superiore fu adibita ad archivio.
Restaurato alla fine del XX secolo, oggi è usato per congressi e manifestazioni.