MARIEGOLA DELLA CONFRATERNITA DEI SANTI ANTONIO ABATE, FAUSTINO E GIOVITA DI MEMMO DI COLLIO

VIAGGIO NEL MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA

Il manoscritto proviene dalla Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso di Collio Val Trompia. Datato 25 marzo 1523 viene commissionato dalla Confraternita dei Santi Antonio Abate, Faustino e Giovita di Memmo di Collio e contiene il testo in volgare dello Statuto della Confraternita stessa. Di scuola bresciana è ornato da due miniature a piena pagina, una iniziale a motivi fitomorfi e diversi capilettera ad inchiostro rosso e azzurro. Le due miniature a piena pagina (rispettivamente i fogli 1v e 2r) presentano un fregio laterale a motivi fitomorfi e bordatura dorata su campo interno azzurro. Il f.1v è in particolar modo caratterizzato da un fregio a candelabre, mentre il f.2r da panoplie laterali. L’impianto compositivo delle due pagine è del tutto simile. Ai quattro lati del riquadro nel f.1v vengono miniati i simboli degli evangelisti, mentre nel f.2r vengono rappresentati i quattro padri della Chiesa occidentale con gli usuali attributi (Gregorio Magno, San Girolamo, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino). Il riquadro divide poi il foglio in due scene distinte, una maggiore posta in alto e una minore in basso. Nel f.1v il riquadro superiore riporta la Crocifissione, al centro della scena Cristo crocifisso alla presenza di Maria, con manto azzurro lumeggiato d’oro, e di San Giovanni in vesti verdi e manto vermiglio a lumeggiature dorate. Sullo sfondo una città turrita e alte montagne si stagliano su un cielo azzurro in cui sono presenti sia il Sole che la Luna. Due angeli in tunica violacea e vermiglia raccolgono il sangue di Cristo. Nel riquadro inferiore, in un paesaggio montano costellato di piccoli alberelli, San Sebastiano e San Rocco pregano in ginocchio. Nel f.2r il riquadro superiore presenta, su un verde prato, i santi a cui la Confraternita è dedicata. In quello inferiore vengono rappresentate Le tentazioni di Sant’Antonio Abate: in un paesaggio montuoso con una piccola e rosea città in lontananza, tre uomini in abiti cinquecenteschi bianchi, vermigli e violacei schermiscono il Santo, al centro della scena. Lo stile miniaturistico lezioso nei dettagli, caratterizzato da figure patetiche e dalla solida volumetria ci presenta una pittura fatta di gesti spontanei, reali, partecipi, di volumi statuari in una natura che dilata scene ed emozioni.