LAZZARETTO E CIMITERO VANTINIANO

SALO’

Il Lazzaretto sorge ai piedi di una collina sul lato del golfo di Salò opposto all’abitato. Da un lato la sua posizione permetteva l’isolamento dell’istituto e la sorveglianza dei suoi accessi, dall’altro il suo affacciarsi sulla riva del lago consentiva il suo facile raggiungimento con imbarcazioni. Inoltre, essendo la collina retrostante ricca di ruscelli, l’ospedale disponeva di acqua corrente, condizione indispensabile per il suo funzionamento.

Il Lazzaretto nasce a partire dal 1484, quando il comune di Salò delibera l’acquisto del terreno su cui sarebbe sorto l’edificio. La decisione avviene in un contesto storico in cui si susseguono sul territorio allarmi sanitari, tanto che in quell’anno nella stessa zona, prima che la costruzione iniziasse, vengono erette alcune baracche di legno per ospitare persone sospette di contagio e da isolare. La costruzione richiede molti anni a causa dell’interferenza con quest’opera di numerosi episodi di guerra e per la concomitanza di un altro grande investimento intrapreso dal comune, la costruzione e l’arredamento artistico del Duomo. Il lazzaretto viene completato alla metà del XVI secolo e negli anni 1573-83 è oggetto di un ulteriore intervento, che probabilmente ne aumenta la cubatura. Tutto il lavoro di costruzione e di manutenzione è ampiamente documentato dalle carte della serie Sanità dell’archivio storico d’Antico Regime del comune di Salò. Il Lazzaretto è stato utilizzato più intensamente durante la pestilenza del 1630, ma per l’intera Età Moderna ha rappresentato un presidio fondamentale per tutta la Riviera, in quanto assicurava la continuità degli scambi commerciali, essenziali per l’economia gardesana, anche in presenza di allarmi sanitari. Per questo la documentazione archivistica che lo riguarda e che riguarda la sanità in Riviera è molto significativa anche per conoscere il sistema economico del territorio.

È un edificio severo, nella cui costruzione si è badato soprattutto alla funzionalità, più che all’estetica. Il corpo originale è costituito da un parallelepipedo lungo 53 m e largo 7 m, che si sviluppa su due piani. Al pianterreno un lungo portico con soffitto a volti corre per tutta la lunghezza del fabbricato, interrotto a metà dal portone d’ingresso; al primo piano una loggia ripete lo stesso andamento del portico inferiore. Ad oriente si eleva la chiesetta di San Rocco, a pianta approssimativamente quadrata con un lato di circa 8 metri ed un’altezza che supera quella del corpo maggiore. Tra il corpo di fabbrica e la collina si stende l’ampio cortile, che originariamente era delimitato sui lati orientale e occidentale da muri; alla metà del secolo XIX, quando ormai il complesso aveva cessato la sua funzione di ospedale ed era divenuto uno spazio accessorio dell’adiacente cimitero, sul lato occidentale è stato costruito un capannone che serviva per ospitare le carrozze funerarie. Dal punto di vista artistico vi sono due punti degni di attenzione: il portale di accesso, sul cui frontone sono scolpiti gli stemmi del comune e di due provveditori veneti e la chiesa, che presenta lacerti di affreschi decorativi e un quadro rappresentante san Rocco, la Madonna, il Cristo e un gruppo di appestati. Come accennato, nel 1850 a est del lazzaretto è stato costruito il cimitero vantiniano, che ha cambiato i connotati del contesto ambientale e la destinazione dello stesso lazzaretto. Un ulteriore elemento di interesse del lazzaretto è un ricco lapidario che in esso è stato costituito con lapidi asportate da tombe dismesse. In esso troviamo ricordati personaggi ed episodi significativi della storia salodiana.